Hai vissuto un’esperienza esclusiva? Trasformala in una notizia per i media, in tre semplici step

Sai qualcosa che gli altri non sanno? Hai partecipato a un evento esclusivo? Qui ti spiego come trasformare la tua conoscenza in una NOTIZIA da pubblicare sui media. O addirittura in un articolo firmato DA TE, che ti farà acquisire autorevolezza e farà aumentare la tua notorietà. Difficile? No, se conosci il metodo giusto per presentare la tua esperienza "esclusiva" ai giornalisti e convincerli che sei la persona giusta, al posto giusto, per raccontarla sulle loro pagine. Scopri qui come fare.

Nel corso della tua vita professionale ti sarà capitato, almeno una volta, di vivere un’esperienza che potremmo chiamare “di élite”. Parlo di un evento, una conferenza o un programma di accelerazione riservato a pochi addetti ai lavori e precluso al grande pubblico per questioni economiche (costa troppo se non è il tuo lavoro), geografiche (è troppo lontano) o di competenze (l’accesso è riservato agli addetti ai lavori). Magari in queste occasioni ti sarai chiesto perché i media non si occupassero particolarmente dell’evento e, se sei particolarmente intraprendente, ti sarai domandato come trasformare la tua esperienza in una storia per i media così da intercettare un pubblico più vasto rispetto alla tua cerchia di conoscenze abituali.

I clienti che, come te, sono dentro a un business specifico mi chiedono spesso di lavorare per dare visibilità a questo tipo di partecipazioni perché, ai loro occhi, si tratta di un evento molto importante.

Per quanto valida la tua “esperienza d’élite”, però, difficilmente la tua sola partecipazione potrà dar vita a un Comunicato Stampa che conquisti i media. È una battaglia che mi tocca fare ogni singola volta con i miei clienti: se non sei tu ad aver organizzato l’evento o se non costruisci al suo interno un’iniziativa differenziante (che ti distingua da tutti gli altri partecipanti) è praticamente impossibile conquistare visibilità comunicando esclusivamente la tua presenza. Per quanto “di nicchia” le aziende che partecipano a un evento o a un programma sono sempre troppe per sperare di ottenere più di una citazione (e anche con quella, c’è da leccarsi i gomiti).

 

“Chi è tutta quella gente?”
“Ah, niente! I soliti partecipanti all’evento del secolo!” – Giornalista qualsiasi (quasi cit.)

 

 

C’è, però, un’altra strada – meno battuta, ma che genera molta più autorevolezza – che ti può dar modo di raccontare la tua esperienza posizionandoti immediatamente come esperto del settore. Sto parlando di mettersi in prima linea, riducendo ai minimi termini l’intermediazione messa in moto dalle redazioni: detto in altre parole, di proporsi a un giornale come “inviato speciale”, per redigere un testo che racconti l’evento d’élite al grande pubblico con lo sguardo dell’addetto ai lavori.

Si tratta di un’operazione abbastanza semplice, anche se delicata, e in questo post voglio spiegarti come fare per metterla in piedi. Però non ti aspettare il solito post “mordi e fuggi” scritto per rispettare la “sacra” legge del web di testi brevi e concisi: qui voglio darti la guida più completa a disposizione sul web per raccontare una tua esperienza facendo in modo di finire sui media.

Ho suddiviso il post in tre sezioni: Fasi preliminari; Come scrivere il tuo resoconto; Chiudere il cerchio. Sono pensate per essere lette in sequenza, ma sentiti libero di vagare nel testo come preferisci.

Molto bene, cominciamo a renderti famoso.

 

Fasi preliminari

Per cominciare individua un ventaglio di testate che potrebbero essere interessate al tuo resoconto (che abbiano una direzione editoriale in linea con il tema che racconterai); mettile in ordine in base a quanto ti interessa apparire sui loro spazi e contattale in sequenza (non “vendere” lo stesso resoconto a più testate: a nessuno piace pubblicare testi uguali a quelli dei concorrenti e rischi seriamente di precluderti la possibilità di replicare questa operazione in futuro).

Parti con un po’ di anticipo (2-3 settimane per i quotidiani e i siti web, per i periodici un paio di mesi prima) rispetto alla data dell’evento e contatta la redazione per farti dire con chi parlare per proporre un pezzo come quello che hai in mente

Dal momento in cui prendi i contatti con il responsabile che hai individuato, ricordati di strutturare la presentazione della tua idea senza tralasciare di concentrarti su 5 elementi fondamentali:

1) che tipo di evento è e perché è interessante: i giornalisti non sono tenuti a sapere tutto ed è nel tuo interesse proporgli un angolo di presentazione che gli faccia percepire il valore che offrirai ai lettori con il tuo pezzo (ad esempio, non presenteresti mai Cappuccetto Rosso a una testata di animalisti con il solito angolo che tutti conoscono, ma ti concentreresti sulle sevizie che una bambina sadica ha inflitto a un animale dopo essersi addentrata irresponsabilmente nel bosco);

2) chi sei tu e perché sei titolato a raccontare e commentare un evento da addetti ai lavori (in questo caso le tue qualifiche garantiranno al giornale di poter procedere abbastanza velocemente senza dover impiegare troppo tempo a verificare ogni tua singola parola);

3) cosa offri, specificando in particolare che l’obiettivo è un resoconto divulgativo e non un testo pubblicitario;

4) cosa NON chiedi: non ti aspetti una garanzia di pubblicazione, ma ti affidi alla loro valutazione (anche perché nel settore dell’informazione sono loro i professionisti), inoltre sei disposto a rivedere i testi e ad accettare le modifiche che riterranno opportune;

5) ricordati, infine, di chiedere se c’è un limite di battute e se hanno una deadline specifica entro la quale vogliono la consegna della bozza.

Come scrivere il tuo resoconto

Dopo anni di esperienza con ogni genere di cliente posso garantirti che la tentazione più forte alla quale devi resistere in questa situazione è quella di fare i tuoi interessi: una volta creata l’occasione di scrivere il resoconto dell’evento, devi produrre un testo onesto – vale a dire non promozionale. Questo implica che tu debba mettere la tua azienda in secondo piano e lasciar spazio alla storia. Non preoccuparti: sotto al tuo nome comparirà una descrizione dell’autore che riporterà il nome dell’azienda e tu otterrai la visibilità che cerchi dando l’idea di un evento importante al quale sei stato invitato e per il semplice fatto che una testata autorevole si è fidata di te.

Questo non significa cancellare la tua azienda dalla storia: puoi certamente inserire informazioni e riferimenti, ma questi devono essere inseriti in un racconto omogeneo e funzionante, non prenderne il posto.

La più grande verità su un testo aziendale redatto a fine giornalistico, infatti, è che nessun giornale accetterà mai di pubblicare testi orientati alla promozione aziendale, perché sono terrorizzati di passare per “markettari” che hanno fatto il “favore” all’amico.

Ma vediamo gli elementi che devi inserire nel tuo testo per redigere una cronaca che abbia speranze di passare il controllo della redazione.

Per esperienza, la soluzione migliore è un mix sapiente di testo giornalistico “base” (che risponda alle famose 5W: chi? Cosa? Quando? Dove? Perché?) e di storia trasformazionale.

Per quanto riguarda la parte di testo giornalistico, occorre dare un’idea della timeline dell’evento, del funzionamento, dei risultati di breve e lungo termine, delle partecipazioni illustri e del processo di selezione. In aggiunta, nel caso di finanziatori di rilievo, conviene segnalarli.

 

Per la parte di storia trasformazionale, invece, occorreranno degli elementi aneddotici e di costume: parti da una difficoltà che hai avuto all’inizio (anche scontata o banale, come il dover rispolverare la lingua del posto), spiega come e grazie a chi hai trovato una soluzione, concentrati sui risultati ottenuti grazie al programma e racconta chi hai incontrato e come ti ha fatto crescere professionalmente. Infine, aggiungi gli elementi particolari che differenziano l’evento dal tuo contesto di riferimento (per esempio, nel caso di un incontro con business angels esteri, racconta le differenze di importi; nel caso di un contesto che a casa viene rappresentato in un certo modo, racconta se lì viene percepito diversamente).

Le due parti non vanno raccontate separatamente (“adesso vi racconto cosa è successo, ora invece cosa ho provato”), ma vanno amalgamate in un testo scorrevole che risponda a rigorosi criteri di cronaca, ma che presenti anche tratti divertenti che rendano la storia piacevole per il lettore.

Ed è proprio il lettore che deve orientare la tua storia: cosa gli può interessare e cosa no? Certamente non gli interesserà sapere che hai fatturato un milione, ma magari potrà interessargli che sei rimasto sorpreso quando, raccontando al CEO di una grande azienda americana dei tuoi numeri, lui si è stupito chiedendoti perché non chiedessi maggiori fondi agli Angels presenti perché, con quelle cifre, sicuramente sarebbero stati disposti ad accordarteli. Il messaggio è lo stesso, ma nel primo caso ti stai parlando addosso, mentre nel secondo stai dando modo al lettore di immedesimarsi in te, cogliendo anche qualche vantaggio per se stesso (chi legge, infatti, così saprà che se lui ha un buon fatturato, in quello specifico Paese potrà chiedere più fondi).

Sempre nella prospettiva di mettere al centro il lettore, un consiglio su tutti: taglia. Quando scrivo mi capita di affezionarmi a parti del testo che “suonano”, ma che a conti fatti non giustificano la loro presenza: taglia senza pietà tutto il superfluo, dalle altisonanti proposizioni barocche agli intelligenti giri di parole. L’obiettivo è consegnare un testo utile al lettore.

Infine, un ultimo accorgimento: sii pronto a riscrivere. In base alle diverse sensibilità giornalistiche ti si potrà richiedere un maggiore contributo tecnico e una minore componente aneddotica o viceversa. Non è una formula fissa e anche se sei convinto di aver amalgamato bene i due componenti, riscrivi e taglia ciò che sbanda dal focus della notizia.

Chiudere il cerchio

Chiudere il cerchio, a questo punto, dovrebbe essere abbastanza semplice. Invia la tua bozza al giornalista e chiedi un feedback, rendendoti disponibile a riscrivere le parti che non li dovessero convincere (fidati, molto meglio perderci qualche ora in più che rischiare di non aver espresso bene un concetto e vederlo stravolto dalla mano del giornalista).

Dopodiché prova a capire che tempi di pubblicazione immaginano per evitare di essere insistente o pressante nel chiedere aggiornamenti.

Se non ottieni dei tempi certi fatti sentire così da non finire nel dimenticatoio, ma non più di una, al massimo due (meglio una),  volte a settimana.

In questa fase è molto importante collaborare con il giornalista senza contrariarlo perché gli rimanga un ricordo positivo dell’esperienza di collaborazione. Gli eventi, infatti, sono quasi sempre ricorsivi e se riesci a fare un buon lavoro la prima volta, potresti anche esserti garantito la replica dell’esperienza per le edizioni successive.

Nel caso dovessero bocciare il testo, chiedi cosa non va e mettilo a posto: è difficile (anche se non impossibile) che il giornale rinunci una volta arrivati a questo punto.

Questo è tutto , non vedo l’ora di leggere i tuoi resoconti da “inviato speciale”.

Se hai voglia, fammi sapere cosa ne pensi nei commenti.

Alla prossima!

  

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